viernes, 4 de diciembre de 2009

Entrevista a Guillermo Molina en la Pagina de Recco, con vídeo de elcuervowp incluido

Por Giovanna Rosi de prorecco.it

Guillermo Rios Molina da Ceuta, passando per Barcellona, Pescara, Brescia, per arrivare a Recco.

Il gigante spagnolo, 195 centimetri per 112 chilogrammi, si racconta, cominciando dal principio: “Ho cominciato a giocare a pallanuoto per tradizione familiare: il nonno Manuel e lo zio Miguel pallanuoto, la mamma Maria del Carmen nuoto e canottaggio.



Il nonno gestiva la piscina di Ceuta e un giorno, avevo tre anni e passavo di lì, zio Miguel e le zie Maria Africa e Teresa mi buttarono in acqua. Ho un po’ pianto ma poi mi è passata e da quel momento non ho più smesso. A sei anni ho cominciato ad allenarmi, a otto a giocare: la piscina in estate, calcio e pallamano in inverno”.

Willi ed il nuoto, ti piace? “No, ma questo sport si gioca in acqua, è sicuramente la parte più noiosa ma c’è bisogno e allora si fa. Credo profondamente nel talento ma il talento stesso deve essere “lavorato” . Un’atleta può avere tutta la facilità possibile a compiere il gesto ma per eseguirlo in maniera efficace deve essere allenato, nello sport sparisci in un attimo: se non ti alleni non hai e non sei niente. Meteore ne ho viste parecchie, ad esempio quando giocavo nel Barcellona per tre stagioni consecutive abbiamo vinto il titolo juniores, sicuramente non ero il più bravo ma per l’impegno ed il sacrificio io sono qui, tanti di loro si sono persi”.

Non è tutto facile come sembra, vero? “Ci sono giorni in cui la noia prende il sopravvento allora devi sempre avere un obiettivo magari anche a breve termine ed è lì che trovi l’energia per andare avanti”.

Quali sono i tuoi obiettivi? “Sabato vincere contro il Sori, dare il massimo e fare il meglio in campionato, giocare la prossima partita di Euroleague contro il Kazan, l’incontro con il Savona e poi scollegare, staccare sennò si va in cortocircuito. Insomma a breve conquistare e giocare tutte le finali, Coppa Italia, Euroleague e Campionato. A medio termine con la Spagna la World League e la Coppa Fina. A lungo riuscire a giocarsi al meglio i prossimi Europei in Croazia, i Mondiali a Shangai, ancora gli Europei a Oradea e le Olimpiadi a Londra”.

Un bel programma, da qui al 2012, ma se dovessimo definire Molina giocatore, dove lo collochiamo? “Vado dove l’allenatore mi manda, dove la squadra ha bisogno, sono sincero come attaccante faccio meno fatica ma per me assume lo stesso valore rubare palla o fare gol”.

Cosa ti ha dato la pallanuoto e cosa ti ha tolto? “Amici, conoscenti, viaggi, tante esperienze, felicità, socializzazione, tristezza, il fatto di non avere studiato, ma questo è più un mio demerito”.

Perché tristezza? “Sei triste quando perdi ma anche quando ti accorgi che questo sport è diventato un gioco politico dove noi, gli atleti, non contiamo nulla. Non ci sentiamo rispettati: siamo ancora al punto di definire se si tratta di professionismo oppure no, aspettiamo il giorno in cui arriveremo a metterci d’accordo sullo stile di vita da tenere, su quanti sacrifici è giusto fare. Devono rispettarci di più, siamo lavoratori a tutti gli effetti.

Sento parlare di progetti per rilanciare e promuovere la pallanuoto: fateci giocare di più e nei periodi giusti. Quest’anno siamo impegnati per 13 mesi, perche? Invece di giocare 30 partite in 30 mesi dovemmo giocare 30 partite in 3 mesi e tutte di livello. Dobbiamo aiutare il pubblico a capire, il nostro sport è un prodotto e lo dobbiamo vendere al meglio.

La Pro Recco e il Savona sono senza dubbio due esempi da seguire. Meno male che ci sono persone come il presidente Volpi che non ha solo disponibilità finanziaria e deve essere il nostro ambiente ad attrarre altre persone come lui. Ad esempio Piero Borelli che ha portato professionalità in questo sport e che sta aiutando non solo il Brescia ma tutta la pallanuoto. La Pro Recco è una delle poche società che riesce a farti sentire un professionista e tutte le critiche che arrivano sono solo per gelosia. Vi ricordate i periodi d’oro del Pescara, del Posillipo, del Brescia stesso: anche su di loro si dicevano cattiverie e malignità”.

Cosa hai pensato quando ti hanno contattato per venire a Recco? “Che fosse uno scherzo, che mi prendessero in giro, non pensavo che volessero proprio me ma quando ho capito che era tutto vero ho provato una grande felicità. E non mi sono preoccupato di sapere quali erano gli altri acquisti, per me l’importante era accettare la proposta, venire nella Pro Recco e giocare per vincere tutto”.

Grande pallanuoto ma anche amore vero dal momento che la tua fidanzata, Sofia, è genovese? “E’ stato un segno del destino che ha voluto tenerci vicini, il momento più brutto è quando devi viaggiare per incontrarti, mi bastano le valigie per gli impegni con la Nazionale. Sofia conosceva la pallanuoto già prima di incontrarmi ma ora abbiamo conquistato un tifoso in più, ed è sempre una gioia”.

A proposito, Willi e gli affetti, hai sofferto la nostalgia della famiglia? “Sono andato via da casa che avevo 14 anni, ero molto deciso perché volevo giocare a pallanuoto, certo che mi mancano e mi sono mancati ma bisogna guardare indietro solo per ricordare e non per piangere. Ora ti racconto una piccola storia: 2001 finale dei Mondiali di Fukoka contro la Serbia, nonno Manuel era in ospedale, in coma, si è svegliato per chiedere se ero in acqua e stavo giocando, poi si è riaddormentato per non svegliarsi più”.

Chi vuoi ringraziare? “Tanta gente ma in particolare voglio ricordare Antonio Aparicio, era il secondo di Jane in Nazionale è lui che mi ha portato via da Ceuta e poi la famiglia Esteller che a Barcellona mi ha trattato come in figlio”.

Cosa fa Molina quando non si allena? “Leggo, guardo dei film e gioco alla playstation. Sto leggendo “Il libro che la tua chiesa non ti lascerebbe leggere”, sono ateo, credo nella teoria del Big Bang, e che dopo di noi non c’è nulla per questo che dobbiamo vivere al meglio questa vita. Il cinema mi affascina: mi piace farmi raccontare delle storie e scoprire fino a dove può arrivare l’immaginazione. La playstation…senza non si può proprio vivere!”.

Willi e la cucina italiana: “La pasta di qualsiasi tipo ed in qualsiasi modo, ma anche la tortilla di patate spagnola, il vino e la tequila. Ho sempre fatto un po’ di fatica per mantenere il peso ma non faccio diete, ormai ho imparato a gestirmi”.

Willi e Rafael Aguilar, l’allenatore della Spagna: “E’ un grande, ma come in tutte le coppie abbiamo passato anche brutti momenti, ora sto molto bene con lui, mi ha aiutato ad essere meno presuntuoso”.

Pronte le valigie perché a proposito di Nazionale dopo la partita contro il Sori c’è la World League in Turchia.

Willi, sei felice? “Sono molto felice: sto bene con me stesso e cerco di essere rispettoso con le persone con le quali condivido la vita ma mi arrabbio molto quando vedo violenze e maltrattamenti soprattutto nei confronti dei più deboli. Ma su questo voglio aggiungere qualcosa: ringrazio Sofia per tutta la felicità che mi sta dando”.

Un piccolo omaggio video al Molina pallanuotista:




Sosiego y Calma

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